Per chi crede nella naturalizzazione degli spazi, un giardino degli anni ’70 nasconde sempre delle insidie: siepi squadrate, un delicatissimo prato in dicondra, pavimenti tutti diversi, e fino a qui niente di inaspettato. Ma due terreni collegati da 13 scalini, in mattoni rossi.. no, questo non me l’aspettavo!
Praticamente una parete invalicabile.
Lancio la proposta, i clienti mi guardano titubanti ma riesco a convincerli con una prospettiva ed un preventivo.
Terminati i lavori, i visitatori non si sono certo sprecati nel dare una definizione al risultato finale, la più gettonata e scontata fu “Stonehenge”..
peccato che nessuno di loro si fosse accorto dei piccolissimi rampicanti (edera e ficus repens) piantati strategicamente.
Oggi “purtroppo” questo è ciò che rimane di Stonehenge.
Ed alcuni dettagli…
…poi a distanza di qualche anno
altri angoli …